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CAMEN Centro Applicazioni Militari Energia Nucleare

TECNOLOGIE > NUCLEARE
Reattore nucleare Centro Applicazioni Militari Energia Nucleare
(foto sopra: vista dall'alto dell'edificio reattore RTS-1 Galileo Galilei. Si nota la cupola del reattore con accanto il camino. Fonte: Google Maps)

Disclaimer: ZONA MILITARE interdetta al pubblico. Tutti gli argomenti e le foto inerenti trattati in questo articolo, ad eccezione della mia personale visita al Centro, sono stati reperiti dal libro delle memorie storiche del CAMEN "Il nucleare a Pisa", scritto da Amerigo Vaglini, che ha lavorato al reattore sperimentale del CAMEN dalla sua nascita fino alla sua chiusura.

Il Centro Applicazioni Militari Energia Nucleare, CAMEN, nasce alla fine del 1955, quando lo Stato Maggiore della Difesa ne approvò il progetto di realizzazione.
Nasceva così in Italia un gruppo dedicato alle esperienze sull'uso dell'energia nucleare, a scopo militare (ambìta tra tutti la costruzione di un propulsore nucleare per i sottomarini) e a scopo civile.
I principali scopi del Centro erano:

1) Studio di problemi di interesse militare e loro soluzione
2) Condivisione di programmi di ricerca sull'uso dell'energia nucleare a scopo militare con gli Stati Maggiori
3) Formazione del personale militare sulla fisica e uso del nucleare
4) Intraprendere rapporti con industrie nazionali ed estere, operanti nel nucleare, e condivisione di idee e informazioni
5) Costruzione di un reattore nucleare sperimentale di ricerca

La prima sede del CAMEN, provvisoria, fu Livorno, all'interno dell'Accademia Navale, posto strategico per poter disporre dei loro servizi, e la vicinanza a Pisa per la collaborazione con il corpo docenti della Scuola Normale Superiore. Nel 1956 iniziarono i primi corsi di specializzazione nucleare per gli ufficiali di Marina, Esercito, ed Aeronautica.
Il CAMEN cresceva e alla fine del 1956 la sede si spostò nell'edificio S. Leopoldo, sempre all'interno dell'Accademia Navale di Livorno, con ingresso dal cancello S. Leopoldo, in direzione Antignano.
Ingresso CAMEN cancello S. Leopoldo nel 2019
(foto sopra: l'ingresso all'Accademia Navale di Livorno, dal cancello S. Leopoldo. Fonte: Google Maps)

La visita dell'allora presidente della repubblica On. Giovanni Gronchi, nel 1957, sarà la prima di tante visite prestigiose che si susseguiranno al CAMEN.
Verso gli anni '60 l'interesse per il nucleare era talmente alto che venne costituita una comunità europea denominata EURATOM, di cui i paesi firmatari erano Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. L'EURATOM aveva il compito della ricerca nucleare in comune tra gli stati facenti parte della comunità, sicurezza e protezione del popolo e dei lavoratori, gestione e approvvigionamento del combustibile nucleare per i reattori sperimentali, creazione di un mercato di attrezzature per l'uso del nucleare a scopo pacifico.
Le visite da parte di vari capi di stato da tutto il mondo continuavano e alla fine del 1959 venne affidato un incarico importante al CAMEN: il controllo della radioattività, a livello nazionale, in occasione delle esplosioni di bombe atomiche francesi nel Sahara.
Alla fine del 1960 le attività del CAMEN erano:

1) Formazione del personale militare e civile nelle varie specializzazioni in campo nucleare
2) Il Gruppo Operativo Reattore seguiva il progetto di costruzione del reattore sperimentale RTS-1, fornito dalla Americana Babcock & Wilcox
3) Laboratori di fisica nucleare, radiochimica, radiologia, elettronica e termotecnica

Il CAMEN era diventata ormai una sezione autonoma, e bisognosa di spazio, in particolar modo per il reattore nucleare sperimentale, la cui costruzione, oltre ad ingenti spazi, aveva notevoli requisiti da soddisfare, tra cui l'abbondanza di acqua (per raffreddare il core del reattore), distanza da grandi centri abitati, e nel contempo vicinanza ad Istituti di studio e ricerca. Fu scelto S. Piero a Grado (Pisa), nella pineta presente accanto al centro abitato. La pineta è vicina al fiume Arno (abbondanza di acqua) e si trova più o meno in mezzo tra la città di Pisa (docenza della Scuola Normale Superiore), e l'Accademia Navale di Livorno.
Nel 1960 la nuova area del CAMEN a S. Pero a Grado (PI) comprendeva i seguenti edifici:

1) Reattore Nucleare RTS-1 Galielo Galilei
2) Laboratori scientifici
3) Direzione e uffici
4) Logistica
5) Edifici ausiliari

Il CAMEN si trasferì definitivamente nella nuova sede di S. Piero a Grado nel 1962, e la costruzione del reattore nucleare sperimnetale fu portata a termine l'anno dopo.
Immagine tratta dal libro "Il nucleare a Pisa": costruzione della piscina del reattore RTS-1 Galileo Galilei
(nella foto in alto, tratta dal libro "Il nucleare a Pisa", si vede la costruzione della piscina del reattore nucleare sperimentale RTS-1 Galileo Galilei utilizzato dal CAMEN: nella parte alta della foto si nota il ponte mobile che scorreva sulle guide laterali alla piscina, e il traliccio scuro che va sino quasi in fondo alla piscina è il supporto dove verrà creato il core del reattore, vi verrà installata la piastra matrice contenete il combustibile nucleare (Uranio-235), e nel mezzo si notano le strettoie dove verranno installate le paratie per dividere la piscina in tre vasche)

Il reattore nucleare sperimentale RTS-1 Galileo Galilei era composto da una piscina in calcestruzzo baritico lunga 22 metri, profonda 9, e spessa 2,5, piena di acqua naturale demineralizzata, era divisa in tre vasche, per consentire l'uso di attrezzature sperimentali diverse, da paratie a tenuta. Ai lati della piscina erano fissate le guide su cui scorreva il ponte mobile che serviva per alzare e abbassare il core del reattore dove avvenivano le fissioni nucleari, per spostarlo nella vasca di utilizzo, inoltre veniva utilizzato anche per sollevare le paratie che dividevano le vasche della piscina. Il core era composto da 21 elementi, dei quali 19 caricati con poco meno di 3 Kg di Uranio arricchito (U-235) e 4 barre di controllo. L'acqua nella piscina aveva tre funzioni: raffreddava il core per evitarne la fusione (meltdown), schermare il personlae dalle radiazioni ionizzanti prodotte dal core del reattore, e riflettore di neutroni mediante elementi simili a quelli del combustibile ma composti da grafite o ossido di berillio, situati intorno alle barre di combustibile. La sola acqua nella piscina era sufficiente a raffreddare il core del reattore funzionante alla potenza di 200 KW. Poiché la potenza massima del reattore era 5 MW, non appena superati i 200 Kw di potenza si attivava una pompa in grado di spingere l'acqua alla torre di refrigerazione mediante una portata di 150 litri al secondo. Una parte dell'acqua veniva demineralizzata prima di essere reimmessa, ulteriormente raffreddata, nella piscina.
L'edificio del reattore era strutturato su tre piani. Al piano terra c'erano le apparecchiature di trattamento dell'acqua, il suo raffreddamento e demineralizzazione e ricircolo nella piscina. Al primo piano, lungo le pareti della piscina del reattore c'era la sala esperienze, dove venivano fatti esperimenti con gli oggetti irraggiati ed una stazione per avvicinare, in modo pneumatico, oggetti al core del reattore per irraggiarli, e dalla parte oppposta vi era una camera, comunicante con il canale di irraggiamento, con impianto a circuito chiuso e robot telecomandato (chiamato MASCOT)  per manipolare gli oggetti irraggiati . Al secondo piano c'era l'accesso alla piscina, da dove si poteva vedere il core del reattore e alzando lo sguardo la classica cupola che si nota nella prima foto in alto in questa pagina. Dall'esterno, attaccata alla cupola, vi era un camino dove all'uscita in alto era installato un rilevatore di radiazioni, in modo tale da tenere sotto controllo la qualità dell'aria in uscita dall'edificio reattore; in caso di radioattività fuori limite suonava un allarme che dava il comando di SCRAM al reattore, e tutti i presenti venivano controllati dal personale sanitario. Per evitare fuoriuscite di radioattività nell'aria, l'ambiente veniva tenuto leggermente in depressione, in modo tale che in caso di incidente la riadioattività rimaneva circoscritta nell'edificio reattore. Al secondo piano vi era anche la sala controllo, che comprendeva i pannelli comandi del reattore e la strumentazione di verifica.
Una volta terminata l'installazione di tutti i componenti necessari, il personale operativo del reattore lavorò incessantemente, insieme agli ingegneri americani della Babcock & Wilcox (fornitore del reattore) per la prima attività di partenza: raggiungere la prima criticità. il 4 Aprile 1963, alle ore 2 del mattino, si poté ammirare l'effetto Cerenkov.
Iniziarono così le prove di potenza a 200 KW, e successivamente, a ricircolo acqua raffreddata, l'aumento di potenza fino al massimo consentito di 5 MW, che fu raggiunto a Febbraio del 1967, anno che vide la partenza dell'attività di lavoro del reattore sino al suo spegnimento definitivo.

Gli anni seguenti permettono al CAMEN di creare diverse eccellenze in vari campi e in diversi settori, sia a scopo militare che civile; anche per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi ed il loro trattamento, grossa problematica sino a quel momento.

Nel 1977 i primi gruppi di ecologisti si radunarono per impedire la costruzione della centrale elettronucleare di Montalto di Castro (di fatto mai terminata), ottennero molta attenzione pubblica a tal punto da creare quella che poi sarebbe diventata sfiducia nell'energia nucleare controllata.
Due anni dopo, l'incidente alla centrale elettronucleare di Three Miles Island, in Pensilvania (USA), non fece altro che aumentare la sfiducia degli Italiani nello sviluppo dell'energia nucleare; furono bloccati tutti i progetti delle future costruzioni di impianti elettronucleari, e ridotti gli stanziamenti per lo sviluppo delle tecnologie annesse.
L'Italia abbandonava il nucleare, e portare avanti la sperimentazione con il reattore nucleare RTS-1 Galileo Galilei era diventato un disagio che andava aumentando con il passare del tempo. Iniziarono così dei repentini cambi al vertice del CAMEN, sino ad arrivare al cambio di dipendenza: da Stato Maggiore della Difesa a Stato Maggiore della Marina. Le altre forze armate erano in disaccordo su questo cambio e il colpo di grazia arriva con l'assegnazione di un ufficiale di livello inferiore al precedente, come direttore del CAMEN, e questo segnò un evidente disinteresse nelle attività del Centro in campo nucleare, e da questa ultima operazione inizia il progressivo abbandono degli enti partecipanti allo studio e ricerca sul nucleare pacifico sino ad arrivare alle ultime prove di irraggiamento con il reattore sperimentale del Centro.
Il reattore nucleare RTS-1 Galileo Galilei fu messo in stato di shutdown permanente il 7 Marzo 1980, alle ore 11:09 dopo 13 anni di operatività alla massima potenza.

Dopo un'attesa di 5 anni, il 13 luglio del 1985 il CAMEN cessava di esistere. Al suo posto nacque il Centro Ricerche Esperienze Studi Applicazioni Militari, CRESAM. Abolito nel 1994 a causa di riorganizzazione con decreto emanato dal Ministero della Difesa, diventa l'attuale Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari, CISAM.
Memoriale CAMEN: ultimo spegnimento reattore RTS-1
(Nella foto sopra, tratta dal libro "Il nucleare a Pisa", si nota l'ultima scrittura dello spegnimento definitivo del reattore alle ore 11:09 del 7 Marzo 1980, sul quaderno delle consegne).
Il nucleare a Pisa quaderno di memeorie storiche CAMEN
2019 - Visita all'ex Reattore Nucleare RTS-1 Galileo Galilei costruito dal CAMEN presso il Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari (CISAM)

Appassionato del "nemico invisibile" (la radiazione ionizzante), ed essendo nato a Pisa, mi sono sempre chiesto cosa era il CAMEN. Da piccolo ricordo che erano operativi autobus dedicati, con la scritta CAMEN sul frontale, e mi sono sempre chiesto dove portassero.
Una volta scoperto che c'era un reattore nucleare sperimentale ho acquistato subito il libro dedicato, scritto da Amerigo Vaglini, il quale vi ha lavorato sin dalla prima criticità fino ad arrivare all'ultimo shutdown. Seguo gli smantellamenti delle nostre centrali elettronucleari svolte dalla SOGIN, e visto che una volta l'anno effettuano i così definiti "Open Day" mi sono sempre chiesto se anche al CISAM facessero una cosa del genere. "Credo proprio di no", mi sono detto, visto che si tratta di zona militare interdetta ai civili come me.
Dopo vari dubbi, nel Dicembre 2018, decido di scrivere all'indirizzo di posta elettronica segnalato sul sito del Ministero della Difesa.
Con mio grande stupore ho ricevuto una risposta che non mi aspettavo: io, normalissimo cittadino, senza alcun titolo inerente il nucleare, potevo, in via eccezionale, visitare l'ex Reattore RTS-1 Galileo Galilei, che fu da pioniere nella ricerca in campo nucleare.
Visto che l'ultimo intervento con pericolo radiologico è stato effettuato nel 2015 (smantellamento del circuito primario e purificazione acqua di raffreddamento del core, da parte di SOGIN) mi aspettavo di poter visionare solo dall'esterno l'edificio, in tutta sicurezza, in quanto lo ritenevo in stato di Custodia Protettiva Passiva, invece mi hanno portato all'interno dell'edificio. Nel locale trattamento dell'acqua non c'era nulla da vedere, quindi siamo saliti subito al primo piano; deserto assoluto ma.... Mi sembra di vedere gli ingegneri e ufficiali in un via vai di scambio informazioni e prove con materiale irraggiato. Entriamo in una stanza buia, dove ci facciamo luce con i led degli smartphone, e.... Eravamo dentro al centro di comando del robot MASCOT; attrezzature anni '60 e monitor a tubo catodico erano ancora intatti, mi sono ricordato della foto presente sul libro di Amerigo Vaglini, dove le apparecchiature davanti ai miei occhi erano in funzione comandate dall'opertatore. Da una finestrella si poteva notare il robot in azione, ma ora non si vede che buio. Usciamo e facciamo il giro attraverso dei muri perimetrali e... Ci troviamo nella stanza del robot. E' ancora lì, fermo da 39 anni. Non avevo portato con me il mio piccolo contatore Geiger, ma sono convinto che un pò di attività radiologica ci sia ancora; che dispiacere vedere tutto questo materiale in disuso, che ha fatto parte della storia dell'Italia per il nucleare. Dall'altra parte del piano ci sono le finestre per inserire/prelevare il materiale irraggiato, tutto è stato portato via, rimane un buco nel cemento, ma tutte le apparecchiature per misurazioni e prove non ci sono più; rimane solo un'apparecchiatura per il monitoraggio delle radiazioni usata per il decommissioning. Ampi spazi, e uno strano silenzio prendono il sopravvento su un ambiente che fino a 40 anni fa era pieno di persone appassionate che potevano fare tanto per dominare il "nemico invisibile".
Saliamo ancora verso il secondo piano e.... Ci siamo; mi trovo al bordo della piscina, svuotata di tutto. Per essere solo 22 metri di lunghezza mi sembra gigantesca; poteva contenere 750.000 litri di acqua; anche le paratie sono state tolte, in quanto saranno state radioattive anch'esse; guardando sul fondo mi salta in mente la foto presente nel libro "Il nucleare a Pisa", dove si vede la luce azzurra dell'effetto Cerenkov; a questo punto ho un lampo nella mente..... Alzo lo sguardo e davanti a me, dall'altra parte della piscina c'è la cabina comandi, su un piano rialzato. Mi portano all'interno della cabina. E' proprio uguale alla foto presente sul libro. Ferma da 40 anni sembra immacolata. Rivedo gli ingegneri che si abbracciano soddisfatti durante la prima criticità del core.
Tutte le strumentazioni di misurazione della radiazione ionizzante non segnalano alcun problema, deduco non ci sia alcun pericolo radiologico, credo non mi avrebbero neanche fatto entrare, altrimenti.
All'uscita dell'edificio reattore l'occhio mi cade sulla targa con scritto CAMEN e le date della prima criticità, inizio sperimentazione a 200 KW e successivamente alla massima potenza 5MW, lì dal 1963, qualche lettera si è staccata.... Manca l'ultima data: lo shutdown definitivo. Forse è meglio così.
Purtroppo quello che rimane non può essere neanche messo in un museo della tecnologia, ma per mia opinione lo meriterebbe, anche per rispetto agli ufficiali e ingegneri appassionati che dal cancello di S. Leopoldo, diedero vita al CAMEN.

Il CAMEN oggi

Dal 1994 si chiama CISAM, Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari dipendente da MARICOMLOG (Comando Logistico della Marina Militare..... nda). Del settore nucleare è rimasto soltanto un piccolo gruppo che si occupa del decommissioning dell'impianto, già a buon punto. Le sperimentazioni continuano nei settori della compatibilità elettromagnetica, protezione ambientale, ed elettroottica laser. Anche se il nucleare non c'è più, per gli appassionati di scienza e sperimentazioni come me è un posto bellissimo dove lavorare.


Un doveroso ringraziamento va al direttore del Centro, e il Comandante che ha risposto alla mia mail; mi hanno dato una grande possibilità: conoscere un pò della storia sul nucleare Italiano, visitare l'ex Reattore nucleare sperimentale e tutte le attrezzature storiche ancora presenti. Sono stato accolto con tutti gli onori, e auguro loro un buon proseguimento con le sperimentazioni.

Riccardo D.

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